Mékhé è un piccolo paese che si
snoda lungo la Dakar-St.Louis. Il centro è una pompa di benzina e
una serie di boutiques che si affacciano sulla strada asfaltata,
offrendo merce di ogni genere. Le boutique sono talvolta delle
strutture in muratura aperte sulla strada, ma più spesso sono dei
chioschi in cui si può trovare di tutto: il pane, il burro,
biscotti, detersivi, pannolini, bevande fresche, frutta e molto
altro! (Spero di reperire presto qualche foto per rendere l'idea).
Mékhé è anche conosciuto per la produzione di scarpe in cuoio: ciabatte, mocassini e babucce dal gusto un po' orientale. Tantissime sono le boutique che espongono i numerosi modelli di calzature; tuttavia si può anche andare dai cosiddetti produttori per una commande (una commissione) e farsele fare su misura.
Domenica non si lavora ma qui all'UGPM c'è stato lo stesso un po' di movimento: chi lavora, chi monta la guardia all'entrata, chi magari viene solo per il wi-fi.
Per pranzo, ceebu jen come d'abitudine; una amica di Adama ha preparato per noi due una piccola pentola di riso e pesce. Mangio in abbondanza sperando di riuscire a saltare la monotona cena che mi aspetta ma...
Verso le quattro andiamo a casa di alcuni amici di Adama. Lì incontro Mansour, è appena rientrato dall'Italia, dove lavora in provincia di Pesaro da più di quindici anni.
C'è una festa di
battesimo. Le donne sono tutte ben vestite (come sempre!), il capo
coperto da un foulard della stessa stoffa del vestito. Sono tutte
riunite nella veranda di una casa e chiacchierano rumorosamente;
poco più in là c'è il gruppo di uomini.
A un certo punto comincia
la cerimonia: il battesimo si festeggia ad una settimana dalla
nascita del bambino, le persone portano dei doni alla madre della
partoriente, frutta e cibo a volontà (la teranga).
Le donne si
alzano, cantano e ballano e poi si comincia a mangiare. Anche se a
poche ore dall'abbondante pranzo non posso rifiutare del cous cous
con la carne!
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