Seconda tappa della Petite Cote.
Quattro cambi e quattro diversi mezzi di trasporto per arrivare a Joal (sept-place, n'diaga n'diae, mini car, taxi)...la mia testardaggine di voler prendere i mezzi pubblici.
Arrivo all'albergo, prezzo non troppo basso ma ottima accoglienza con un succo alla menta e arachidi da sgranocchiare e vista sulla laguna, calma e piatta.
Passeggiata sulla spiaggia per sgranchire le gambe, si avvicina uno studente di giurisprudenza per chiacchierare un po'...mai un minuto sola.
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Cimitero cristiano-musulmano di Fadiout |
Percorrendo un lungo ponte di legno si arriva all'isola di Fadiout. La chiamano l'isola delle conchiglie; effettivamente le strade, accessibili solo a piedi, sono fatte interamente di conchiglie. Un concentrato di case colorate e di abitanti in quattro quartieri,ciascuno con un area per il ritrovo degli anziani, una chiesa cristiana e una moschea, cavalli, maiali, capre e un po' di pesca. Tutto qui è mescolato e non sembra affatto creare problemi. Anzi.
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Partenza per vedere il baobab |
Partenza alle 6:30 per vedere il Baobab sacro, dimora di alcuni Marabu (non so se si scriva esattamente così)...8 km a piedi e praticamente nessuna foto che testimonia la mia impresa epocale dato che la batteria della macchinetta ha deciso di abbandonarmi proprio quel giorno. Durante il cammino in molti mi fermano per chiedermi se sto bene, dove sono diretta e alla risposta "sto andando fino al baobab a piedi" mi guardano come se fossi una pazza. Più di metà cammino completamente da sola su una strada di terra rossa. Intorno a me pochi cespugli, baobab e le palme che quasi senza foglie sembrano dei lampioni. La strada mi sembra interminabile...un anziano seduto sotto un albero prima, e una donna che trasporta un secchio d'acqua sulla testa poi, mi danno indicazioni...sempre dritto (o almeno è quello che ho interpretato io grazie al loro gesto con la mano...parlavano solo wolof).
Finalmente arrivo...il baobab è davvero grande! Attorniato da venditori ambulanti di oggetti in legno, è ancora bello verde nonostante la stagione secca e come da prassi per i turisti riesco ad entrare dentro al tronco e ovviamente esprimere un desiderio toccando il legno con tutte e due le mani.
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Dopo la pesca |
Altra affascinante esperienza è stata vedere l'arrivo dei pescatori. Piroghe dai colori più disparati arrivate quasi fino a riva e sulla spiaggia una miriade di persone che attendono l'arrivo del pesce...ragazzi robusti con sandali di plastica, pantaloncino corto, impermeabile, una ciambella appoggiata sulla testa per sostenere un contenitore di minimo 30 kg, facevano spola per portare il pesce dalla piroga al carretto trainato da un cavallo...sulla spiaggia c'era chi era arrivato per vendere, chi per comprare, chi solo per osservare e chi per trasportarlo. Un caos tremendo, a fare lo slalom tra il pesce in vendita a terra, i mille cavalli con carretto, e i trasportatori che correvano avanti e indietro una volta carichi e una volta vuoti.
Bambini e qualche donna in riva al mare con un secchiello a raccogliere il pesce caduto per sbaglio e che non verrà venduto al mercato...forse una possibile cena gratis...
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