mercoledì 27 giugno 2012

JOAL_FADIOUT

Seconda tappa della Petite Cote.
Quattro cambi e quattro diversi mezzi di trasporto per arrivare a Joal (sept-place, n'diaga n'diae, mini car, taxi)...la mia testardaggine di voler prendere i mezzi pubblici.
Arrivo all'albergo, prezzo non troppo basso ma ottima accoglienza con un succo alla menta e arachidi da sgranocchiare e vista sulla laguna, calma e piatta.
Passeggiata sulla spiaggia per sgranchire le gambe, si avvicina uno studente di giurisprudenza per chiacchierare un po'...mai un minuto sola.

Cimitero cristiano-musulmano di Fadiout
Percorrendo un lungo ponte di legno si arriva all'isola di Fadiout. La chiamano l'isola delle conchiglie; effettivamente le strade, accessibili solo a piedi, sono fatte interamente di conchiglie. Un concentrato di case colorate e di abitanti in quattro quartieri,ciascuno con un area per il ritrovo degli anziani, una chiesa cristiana e una moschea, cavalli, maiali, capre e un po' di pesca. Tutto qui è mescolato e non sembra affatto creare problemi. Anzi.


Partenza per vedere il baobab
Partenza alle 6:30 per vedere il Baobab sacro, dimora di alcuni Marabu (non so se si scriva esattamente così)...8 km a piedi e praticamente nessuna foto che testimonia la mia impresa epocale dato che la batteria della macchinetta ha deciso di abbandonarmi proprio quel giorno. Durante il cammino in molti mi fermano per chiedermi se sto bene, dove sono diretta e alla risposta "sto andando fino al baobab a piedi" mi guardano come se fossi una pazza. Più di metà cammino completamente da sola su una strada di terra rossa. Intorno a me pochi cespugli, baobab e le palme che quasi senza foglie sembrano dei lampioni. La strada mi sembra interminabile...un anziano seduto sotto un albero prima, e una donna che trasporta un secchio d'acqua sulla testa poi, mi danno indicazioni...sempre dritto (o almeno è quello che ho interpretato io grazie al loro gesto con la mano...parlavano solo wolof).
Finalmente arrivo...il baobab è davvero grande! Attorniato da venditori ambulanti di oggetti in legno, è ancora bello verde nonostante la stagione secca e come da prassi per i turisti riesco ad entrare dentro al tronco e ovviamente esprimere un desiderio toccando il legno con tutte e due le mani.

Dopo la pesca
Altra affascinante esperienza è stata vedere l'arrivo dei pescatori. Piroghe dai colori più disparati arrivate quasi fino a riva e sulla spiaggia una miriade di persone che attendono l'arrivo del pesce...ragazzi robusti con sandali di plastica, pantaloncino corto, impermeabile, una ciambella appoggiata sulla testa per sostenere un contenitore di minimo 30 kg, facevano spola per portare il pesce dalla piroga al carretto trainato da un cavallo...sulla spiaggia c'era chi era arrivato per vendere, chi per comprare, chi solo per osservare e chi per trasportarlo. Un caos tremendo, a fare lo slalom tra il pesce in vendita a terra, i mille cavalli con carretto, e i trasportatori che correvano avanti e indietro una volta carichi e una volta vuoti.
Bambini e qualche donna in riva al mare con un secchiello a raccogliere il pesce caduto per sbaglio e che non verrà venduto al mercato...forse una possibile cena gratis...

giovedì 14 giugno 2012

IN VIAGGIO SOLA

Comincia il viaggio sola verso la Petite Cote. Tre sono le tappe che mi sono programmata di fare.
Tramonto a Toubab Dialaw
Partenza da Dakar , mezzo di trasporto N'Diaga N'Diae, un pulmino bianco per una trentina di persone schiacciate l'una contro l'altra...una donna con una bimba che mi fissa esterefatta per il colore della pelle e ogni tanto allunga la mano per toccarmi, un ragazzo un po' troppo serioso, un signore dormiente che dal sonno cade addosso a tutti e un religioso che a voce alta recita dei versi del corano sono le persone accanto a me. Arrivata ad un incrocio mi fanno scendere, subito alla ricerca del sept-place per raggiungere il villaggio di Tubab Dialaw...un signore si avvicina e mi da indicazioni, mi chiede da dove vengo e preoccupato mi chiede del terremoto in Italia.
Arrivata al villaggio bisogna cercare l'ostello...la strada sembra lunga sotto il sole battente perchè a ogni due passi c'è gente che mi ferma a parlare incuriosita, ti chiede dove vai, cerca di attirarti nel proprio negozio...ma dopo i mille no, con un sorriso ti indica la strada da fare. Qui la chimano Teranga, l'ospitalità senegalese...ed é veramente speciale.
Colazione al bar...
Arrivo all'ostello dall'architettura spettacolare, la proprietaria poco simpatica e per nulla affabile ma ci pensano i dipendenti a tirarti su il morale...mi siedo nella corte a mangiare finalmente il mio panino fatto la mattina con un formaggio di "plastica", provato anche lui del viaggio come me. Il ragazzo accanto a me mi saluta e si presenta, é un ballerino di musica tradizionale e contemporanea, mi mostra qualche video e i giorni seguenti riesco a spiare un po' delle loro prove in preparazione dello spettacolo....fantastici!!!
Colazione tutte le mattine in un "baretto" lungo la strada, con caffé Touba e un bel panino con i fagioli, il proprietario come un padre mi dona consigli e mi dice di fare attenzione durante il viaggio.
Artisti della Guinea
Nel villaggio ho avuto l'occasione di conoscere dei musicisti della Guinea, un musicista francese venuto a Dialaw per staccare dalla caotica Dakar e finalmente una ragazza francese della mia età con la quale condividere un po' di gioie e dolori...
Divertita, rilassata e un po' triste ci si lascia tutti quanti sabato con un concertino di musica franco-italo(per quello che posso aver donato io cantando bella ciao.....)-africana....pronta per partire verso Joal

Ritornero' per integrare con qualche foto che al momento non riesco a caricare...
a presto

venerdì 8 giugno 2012

MEKHE

Dopo giorni di assenza, eccomi di nuovo a raccontare gli ultimi giorni passati tra i progetti di Fratelli dell'uomo. Siamo a Mekhé....nell'ambito del progetto sull'energia solare. Viaggio tranquillo come al solito grazie al fantastico Khalifa. Arrivati giusto in tempo per cercare un posticino tranquillo dove bere un po' di Ataya, il Té alla menta super zuccherato che dona un sacco di energia. Troviamo dei simpatici senegalesi con i quali chiacchierare un po' e perché non farsi anche leggere il futuro con le conchiglie?vero Elena?
Cena nello stesso posto con un buon riso e pollo e poi nottata hard a causa di qualche problemino di stomaco che mi ha impedito di dormire...cosa che mi ha impedito di assistere alla riunione la mattina dopo prima di iniziare la visita dei progetti. Chiedo scusa di non poterla raccontare. Solo commento il fatto che come al solito attorno a noi c'erano solo uomini.
La prima tappa fatta in realtà non fa parte dei progetti ma é stato comunque interessante vedere il buon utilizzo delle rimesse degli immigrati da parte della famiglia. I soldi hanno permesso di creare un' impresa agricola privata. Bellissima l'ospitalità...riposo stesi su dei materassi sotto alberi di agrumi e poi pranzo con dei conigli che mezzora prima di finire sul piatto ho visto vivi in mano ad un bambino. Tutti attorno allo stesso piatto rigorosamente a base di cipolla e mangiato con le mani.
Il ragazzino simpatico...

La seconda è stata un villaggio dove grazie all'energia solare riescono a ad estrarre l'acqua dal pozzo. L'arrivo è stato divertente grazie ad un simpatico ragazzino che ci ha lanciato addosso un secchio d'acqua dal tetto della cisterna.
Un grande orto dove coltivare prodotti per l'autoconsumo e la vendita, gestito sopratutto (e mi sento di aggiungere un finalmente!!!!!) da donne.

Queste sono state le ultime ore assieme all'associazione. Verso sera ritorno a Dakar e inizio del mio viaggio sola in giro per il Senegal.

A bientôt!! speriamo